Si è tenuto questa mattina 16 ottobre 2017il previsto incontro tra il Governo e sindacati per affrontare i temi del lavoro ed della previdenza.
  Poletti in apertura ha ricordato le priorità previste nella nota di variazione del Def (Iva, rinnovo dei CCNL del Pubblico Impiego, giovani e lavoro, sostegno all’innovazione delle imprese, contrasto alla povertà), che saranno quindi alla base della proposta di legge di bilancio che il Consiglio dei ministri ha approvato nella stessa giornata odierna.

Sul capitolo lavoro, il ministro ha illustrato senza entrare nello specifico gli interventi che dovrebbero trovare definizione in Legge di stabilità.

 Sulla questione del lavoro per i giovani Poletti ha confermato la volontà di inserire anche in questa legge di bilancio una norma sulla decontribuzione. La misura, al 50%, si deve intendere strutturale nel senso che spetterebbe per sempre per 3 anni. Per il primo anno  di vigenza, cioè il 2018, il Ministero si sta attivando affinché possa valere fino al 35° anno di età (ma ancora nulla è definito), mentre in generale dovrebbe valere fino a 29 anni di età.
Al Sud, con la proroga dei bonus attualmente in vigore (che verrebbero rifinanziati) si mantiene il 100% di decontribuzione annuale, per offrire uno strumento maggiormente incentivante nelle aree più in difficoltà.
Nell’elenco del Governo manca la norma per impedire i licenziamenti a fine decontribuzione.
Per quanto concerne la previdenza, questo tema non viene considerato dal Governo fra le priorità per il 2018.  Il Ministro ha precisato che diverse proposte sindacali non sono accoglibili per il loro costo eccessivo.
In particolare, per quanto riguarda la prospettiva previdenziale per i giovani e le carriere discontinue,  il Governo ha detto di non avere ad oggi ancora pronta una proposta compiuta, che sta comunque valutando e non ha fatto neanche riferimento alla sua precedente ipotesi (quella sul cumulo pensione/assegno sociale e quella sulla riduzione all’1,2 dell’1,5).
 Inoltre sono stati riproposti gli interventi già annunciati in precedenza per quanto concerne i requisiti contributivi per le madri nell’accesso all’Ape social (6 mesi per figlio fino ad un massimo di 2 anni) e l’accesso all’Ape sociale e precoci per alcune tipologie di contratti a termine (con una certa durata minima non specificata). Anche i temi dell’accesso all’Ape/precoci per chi non ha maturato la Naspi e la questione dei 6 anni su 7 per i lavori gravosi il Governo li sta prendendo in considerazione ma non sa ancora valutare l’impatto economico.
Sul silenzio/assenso per l’adesione alla previdenza complementare il Governo non ha ancora definito un orientamento mentre considera più matura l’ipotesi della perequazione fiscale tra il settore pubblico e quello privato. Ha inoltre riconfermato, senza precisare come, l’intervento per ampliare l’accesso alla R.I.T.A..
 Per quanto concerne la rivalutazione delle pensioni, il Governo ha confermato l’impegno di garantire la reintroduzione del sistema “a scaglioni” dal primo gennaio 2019.
 Rispetto al tema dell’aspettativa di vita, il Governo ha dichiarato “di non aver ad oggi maturato una posizione diversa da quella già espressa”, cioè l’aumento a 67 anni dal 2019 ci sarà
 Nella Conferenza stampa successiva al Consiglio dei Ministri il Presidente del Consiglio Gentiloni, oltre ad aver introdotto alcune possibili misure di intervento diverse da quelle presentate dal ministro al mattino sull’APE sociale, in risposta ad una specifica domanda dei giornalisti sull’aspettativa di vita ha detto che in merito esiste una legge e che il Governo intende applicarla.