Sul capitolo pensioni “c’è il vuoto pneumatico, nonostante gli impegni sottoscritti un anno fa dal governo sulla fase 2”. Lo afferma il segretario generale della Cgil Susanna Camusso in audizione alle commissioni Bilancio di Camera e Senato. A suo giudizio “bisogna intervenire prima che scatti l’innalzamento automatico dell’età, con un provvedimento di legge che lo eviti” e poi avere anche “uno sguardo verso il futuro” per facilitare i giovani e le donne. In generale, le risorse messe in campo nella manovra per investimenti e sviluppo “sono sicuramente poche, e l’assenza di un quadro di riferimenti non è nemmeno compensata da qualificatissime scelte sul piano sociale e del rapporto con il Paese”.
“Non è la legge di bilancio che serve al paese”, si legge dunque nel documento che la Cgil ha consegnato quest’oggi in Parlamento. “Il sentiero stretto scelto dal governo è sempre nel solco dell’austerità, con nuovi tagli strutturali alla spesa, privatizzazioni e condono delle cartelle esattoriali, e della svalutazione competitiva, poiché si programmano una riduzione dei salari e un alto tasso di disoccupazione, anche al 2020”.
Nell’incontro che si è tenuto oggi  6 novembre 2017, fra governo e sindacati sulle pensioni emerge la sensazione che non c’è la volontà di discutere in questa sede dei temi della ‘fase due’ della previdenza. Non esistono dati, ricerche, statistiche utili al ragionamento sull’aspettativa di vita in rapporto al lavoro svolto. L’esecutivo ha annunciato che domani presenterà la propria proposta sulla “platea dei lavori gravosi e sui requisiti” per poterli escludere dall’innalzamento dell’età pensionabile.
Da quello che si è capito  il governo  pensa alla platea dei lavori gravosi già previsti nell’Ape sociale, con un ampliamento limitato. Il  problema è talmente importante che non si può pensare di ridurlo parlando di qualche situazione specifica. Ci vuole un intervento ampio, che coinvolga tantissimi lavoratori. Alla richiesta di Cgil Cisl e Uil di allargare il tavolo ai temi relativi alle future pensioni dei giovani, alle disparità di genere e al rilancio della previdenza complementare, il governo ha risposto solo sull’automatismo che lega le aspettative di vita all’età pensionabile, rinviando a domani la presentazione di una proposta con cui identificare la platea e i requisiti di accesso ai lavori cosiddetti gravosi che dovrebbero essere esonerati dal meccanismo che nel 2019 porterà l’età pensionabile a 67 anni. Sul resto buio totale.