L’Inps avrebbe dovuto mettere a disposizione delle Casse previdenziali dei professionisti la procedura informatica che consentirà di cominciare ad evadere le domande di cumulo inviate dagli iscritti, avendo definito la convenzione Inps – Adepp, l’ Associazione degli enti privatizzati quadro che disciplina le modalità per liquidare le pensioni in cumulo.
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Sarà poi l’Inps che fornisce la procedura automatizzata che prevede, tra l’altro, l’accertamento del diritto e la misura della pensione. Senonchè ad oggi è tutto fermo perché l’Inps ritiene che il costo delle pratiche debba essere sostenuto dagli Enti coinvolti nella liquidazione in misura proporzionale alle rispettive quote di pensione. Tale onere andrebbe versato una tantum, al momento dell’effettiva liquidazione della quota di pensione, così come richiesto dalle Casse, a differenza di quanto auspicato dall’Inps che avrebbe preferito dilazionarne, anche su base mensile, il pagamento. La liquidazione delle pensioni in regime di cumulo per i professionisti che hanno versato contributi sia all’Inps sia alle casse professionali, disciplinato nelle linee generali dalla convenzione quadro recentemente predisposta da Inps e Adepp, comporta oneri di gestione per le attività necessarie all’attivazione, alla gestione e alla manutenzione delle procedure amministrative.

L’Istituto ha stimato un costo per la gestione dei pagamenti di queste pensioni. Si tratta esclusivamente di oneri diretti, che riguardano cioè le spese del personale utilizzato. Sono esclusi da questo calcolo tutti gli oneri relativi alla realizzazione di piattaforme informatiche e all’impiego dei sistemi informatici, così come quelli di corrispondenza, che sono interamente a carico dell’Istituto. L’Inps ha precisato di  non aver ricevuto alcun finanziamento dal Governo per la copertura di questi costi. Immediata e stizzita la presa di posizione dell’Enpacl (Ente Nazionale di Previdenza e Assistenza per i Consulenti del Lavoro), in assenza finora di una pronuncia dell’Adepp che pure ha firmato l’ accordo quadro con l’Inps non disciplinando il costo della pratica.
Per i liberi professionisti iscritti alle casse ciò rappresenta un gravissimo e inaccettabile atto di ingerenza che potrebbe minare alle fondamenta il rapporto tra istituzione e associati. Nel merito della convenzione –chiarisce l’Enpacl- la normativa impone la gratuità dello scambio dei dati tra pubbliche amministrazioni, tanto è vero che per gli analoghi compiti assegnati all’Inps dalla legge per quanto riguarda la totalizzazione, nessun onere è stato mai richiesto alle casse professionali dall’Istituto”.
“Viceversa, ora l’Inps vuole un rimborso spese (65 euro) per ogni pratica di pensione in cumulo e, in forza della nuova convenzione, anche in totalizzazione. Fin dalla entrata in vigore -precisa l’Enpacl- del cumulo dei periodi assicurativi, ossia dal 1° gennaio 2017, l’Ente ha fornito via web ai consulenti del lavoro ogni informazione utile per l’utilizzo del nuovo istituto, compresa la possibilità di inviare telematicamente la relativa domanda di pensione. Viceversa, la circolare applicativa dell’Inps è giunta soltanto nell’ottobre 2017.