In senso letterale, il termine inglese rating può essere tradotto come pagella, valutazione. In ambito finanziario, esistono apposite agenzie (Fitch, Moody’s e Standard & Poor’s, ma anche altre di minore importanza) che emettono pagelle sull’affidabilità finanziaria di società private e istituzioni pubbliche.
Il rating è la valutazione della capacità di ripagare o meno i propri debiti: l’agenzia di rating valuta la capacità di chi chiede denaro (tipicamente emettendo delle obbligazioni) di generare coi fondi così ottenuti le risorse necessarie a far fronte agli impegni presi nei confronti dei creditori che hanno fornito il denaro richiesto. Il giudizio è sottoposto a revisione periodica.
Il rating massimo è AAA, quello minimo è D: il primo indica la certezza di riavere il denaro che si è prestato, quindi l’assoluta affidabilità di chi chiede finanziamenti per le proprie iniziative, il secondo attesa invece che “la probabilità di rimborso è nulla». Poiché si tratta di giudizi di affidabilità futura, basata sull’analisi delle condizioni in cui versa chi chiede il denaro (fabbisogno di risorse, capacità di generare profitto, e vari altri fattori), le pagelle possono rivelarsi infondate (negli anni della crisi ci sono stati vari casi in cui chi pure godeva di un giudizio AAA non è stato in grado di rifondere il denaro che aveva ottenuto da finanziatori che si erano fidati di una pagella assolutamente rassicurante).
Accanto al rating viene fornito un outlook (letteralmente prospettiva), che di fatto serve a circoscrivere la validità del rating. Se infatti il rating indica l’affidabilità di un soggetto che chiede denaro nel momento stesso in cui la pagella viene stilata, l’outlook è una previsione a medio e lungo termine, attraverso la quale vengono forniti elementi per valutare se le condizioni presenti certificate dal rating possano durare o variare in futuro (a seconda che la variazione sia in meglio o in peggio l’outlook viene indicato come positivo o negativo, ove non si prevedano variazioni l’outook è indicato come stabile).

Più basso è il rating più rischioso è prestare denaro e maggiore quindi sarà il tasso di interesse da pagare per trovare qualcuno disposto a concedere credito. Per diversi operatori finanziari (tra cui la Banca centrale europea o i fondi pensione) sono previsti divieti di acquisto di titoli di credito con rating inferiori a una certa soglia (di fatto, qualsiasi rating inferiore ad A induce cautela nei possibili finanziatori, se non li induce addirittura a guardare altrove).

fonte: today