Lo studio ha coinvolto 12 Paesi europei e quasi 900 portafogli istituzionali per un totale attività di oltre 1000 miliardi di Euro
In Italia interpellati i più importanti investitori istituzionali per un totale pari a 80 Miliardi di Euro circa
Il tema della sostenibilità guadagna sempre maggiore attenzione tra gli investitori istituzionali europei, secondo l’indagine Mercer European Asset Allocation Survey 2019, con il 55% degli investitori istituzionali che ora prende in considerazione i rischi ambientali, sociali e di Governance (ESG) come parte del proprio processo decisionale sotteso alle scelte di investimento; dato in sensibile crescita rispetto al 40% rilevato nel 2018.
I protagonisti dell’indagine sono gli investitori istituzionali europei, che si sono espressi su questo e altri temi di investimento all’interno della ricerca internazionale “Mercer Asset Allocation Survey 2019”, che analizza le tendenze di asset allocation dei grandi investitori istituzionali, fondi pensione in particolare. Giunta quest’anno alla 17esima edizione, l’indagine ha coinvolto ben 876 portafogli europei, rappresentativi di 12 Paesi, per un totale di oltre 1.000 miliardi di euro di attività.
Molto buona la rappresentatività dell’Italia, che pesa quest’anno per l’8% del campione, grazie alla partecipazione all’indagine di Casse di previdenza (con un peso pari al 23%), Fondi pensione (sia negoziali che pre-esistenti, con un peso pari al 67% del campione) e Fondazioni di origine bancaria (con un peso pari al 10%) con spunti quantitativi e qualitativi circa le proprie scelte di allocazione strategica e tattica.
ESG
Oltre alle informazioni sulla strategia di investimento, l’indagine traccia l’integrazione dei fattori Environmental, Social e Corporate Governance (ESG) all’interno del processo d’investimento degli Istituzionali, così come le motivazioni a supporto e le iniziative prese in tal senso. Il confronto tra il campione europeo e quello italiano evidenzia inoltre le peculiarità del mercato nazionale.
L’85% del campione italiano dichiara di considerare i temi ESG nell’attività di investimento. Questo dato, in significativa crescita rispetto all’edizione precedente è superiore a quello medio europeo, che si ferma al 55% (i dati 2018 si attestavano su valori meno importanti, pari al 46% e 40% rispettivamente). Luca De Biasi, Wealth Business Leader di Mercer Italia, commenta: «In un contesto di informazione simultanea su scala globale, nel portare a contemplare criteri ESG nelle scelte di investimento, il rischio reputazionale tende ad assumere sempre maggiore importanza – come indicato dal 55% del campione italiano. Si tratta di un dato molto superiore al dato europeo, balzato anch’esso dal 18% del 2018 al 29%. E’ peculiare invece evidenziare come la pressione regolamentare – menzionata dal 56% dei rispondenti in Europa – sia nei pensieri solo del 45% del campione italiano. Mercer prevede che questa tendenza si rafforzerà, anche in Italia a seguito dell’introduzione della direttiva europea sulle pensioni (2017) IORPII e nel Regno Unito per effetto del Regolamento del Dipartimento del lavoro e delle pensioni (DWP) che entrerà in vigore nell’ottobre 2019».
De Biasi aggiunge: «Il campione italiano è inoltre molto lucido rispetto al timore degli impatti finanziari che possono nascere dal non considerare i fattori ESG nella redazione di una politica di portafoglio – superando il dato europeo pari a 29%. Mercer Italia continuerà a lavorare con il mercato italiano per aiutarli a integrare le considerazioni ESG nella strutturazione di portafoglio».