Dal 2021 i nuovi coefficienti per il calcolo della pensione

Nel 2021 per effetto dei nuovi coefficienti per il calcolo della pensione arriverà un mini-taglio della quota contributiva delle pensioni che oscillerà tra lo 0,3 e lo 0,7%. E’ stato pubblicato in Gazzetta ufficiale un decreto ministeriale del ministero del Lavoro datato 1 giugno 2020 (Gazzetta Ufficiale n. 147 dell’11 giugno 2020). Il decreto  rivede a partire dal primo gennaio 2021 i coefficienti di trasformazione degli assegni e quindi i loro importi. In pratica, a 65 anni si passa ad un coefficiente di 5,22 per cento (poco più di 19 il divisore) con un calo dello 0,48%. A 71 anni il valore del parametro sale a 6,466% (condivisore intorno a1 5,5) e la variazione percentuale rispetto al 2019 è pari a -0,72%.

La variazione demografica, che non era stata sufficiente a far scattare un incremento del requisito di età per la pensione di vecchiaia (rimasto a 67 anni), ha invece prodotto una variazione limitata dei parametri usati per la trasformazione in rendita del montante contributivo accumulato dai pensionandi. Di conseguenza coloro che lasceranno il lavoro a partire dal prossimo anno avranno, a parità di età, una quota contributiva della pensione leggermente inferiore a quella di chi si è ritirato quest’anno: l’impatto è minimo per chi ha il retributivo fino al 2011, più visibile per chi ricade nel “misto” o nel sistema contributivo puro.

La revisione periodica dei coefficienti di trasformazione è prevista dalla legge Dini, si basa sul presupposto che il montante accumulato  con i versamenti  lavorativi viene distribuito sugli anni che presumibilmente restano da vivere all’interessato; dunque se statisticamente la sopravvivenza aumenta, l’importo della pensione annuale diminuisce in proporzione.