Pensioni al riparo del crollo del PIL

La pandemia ha colpito duramente anche l’economia, da cui le titubanze per un secondo lockdown che sarebbe fatale per tutti. Si calcola che a causa della prima quarantena il Pil, cioè il prodotto interno lordo italiani, diminuirà dal 9 al 13%. Bisognerà vedere come influirà il semiblackinhome introdotto in questi giorni. Per fare un paragone, il crollo del Pil durante la crisi dei subprime nel periodo 2007/2009 che distrusse l’economia italiana, solo nel 2009 raggunge la percentuale massima del 6,6%.
Fra i vari effetti che la diminuzione del Pil ci sarà quello sulla rivalutazione dei montanti contributivi che ogni lavoratore, dipendente o autonomo, accumula presso il proprio ente previdenziale. Più propriamente si dovrebbe parlare, e pesantemente, di svalutazione. Diminuzione che influirà anche sul calcolo della media quinquennale del Pil da cui poi escono i coefficienti di trasformazione che determinano l’importo delle pensioni.
Per scongiurare questo fatto il governo vuole porvi rimedio sterilizzando la diminuzione del Pil è per la rivalutazione dei contanti contributivi e per il calcolo dei coefficienti di trasformazione.
Nellap rossima legge di bilancio, oltre alla proroga dell’Ape Sociale e dell’Opzione Donna e forse di quota 41, ci sarà una norma specifica di “sterilizzazione” in modo da non compromettere gliimporti delle pensioni per i prossimi anni, che a causa del sistema contributivo, già da oggi sono di molti inferiori a quelle liquidate con il vecchio sistema retributivo.