Assofondipensione, l’Associazione dei fondi pensione della previdenza complementare di natura contrattuale ( c.d. Fondi Chiusi o negoziali) ha raggiunto un accordo con la Cassa depositi e prestiti per il varo di una piattaforma attraverso cui i fondi pensione negoziali potranno investire in strumenti finanziari in favore del sistema produttivo italiano nonchè una serie d’iniziative per incentivare le adesioni alla previdenza complementare, anche attraverso l’educazione previdenziale nei luoghi di lavoro. Poi la solita richiesta al governo, quello prossimo ovviamente, di una riforma non più differibile del sistema pensionistico e di welfare, a cominciare da una tassazione più coerente con le finalità previdenziali e sociali dei fondi pensione.
Oggi i fondi pensione italiani investono soltanto lo 0,9% in azioni italiane. Sono mancate sinora, soluzioni d’investimento, veicoli funzionali all’ economia italiana e una fiscalità di vantaggio maggiormente agevolata. Gli investimenti dei fondi pensione negoziali potranno essere in strumenti finanziari di private equity, private debt, ad impatto sociale, con l’obiettivo di favorire la diversificazione/decorrelazione del rischio di portafoglio, da un lato, e il sostegno all’economia, all’occupazione e alla coesione sociale del Paese dall’altro.
Gli investimenti arriveranno al sistema produttivo attraverso fondi gestiti da Fondo italiano d’investimento Sgr (Fii). L’obiettivo del progetto è raccogliere almeno 500 milioni di euro, in aggiunta alle risorse che Cdp mobiliterà accanto a quelle dei fondi pensione.
Contestualmente è stato annunciato un progetto sugli investimenti, portato avanti dall’associazione, finalizzato a creare un’iniziativa consortile tra i fondi pensione interessati a realizzare investimenti che possano avere ricadute nell’economia reale.
Rilancio delle adesioni.
Per favorire le adesioni sia dei nuovi assunti, sia degli occupati, è stato nuovamente riproposto un semestre di silenzio-assenso, sull’esempio di quanto avvenuto nel 2007 ( che non portò a splendidi risultati c’è da ricordare ndr) e nel rispetto del principio di volontarietà.
Sul tema dell’adesione tramite il cosiddetto contributo contrattuale, occorre fare un passo in avanti e trovare, anche d’intesa con le parti sociali, le soluzioni per promuovere conoscenza e consapevolezza degli iscritti sull’opportunità di una adesione piena dal punto di vista contributivo (quindi anche con il Tfr), senza la quale si creano posizioni che creano solo costi costi, minacciando così l’efficienza complessiva del sistema.
Soprattutto tra i giovani la conoscenza della previdenza complementare rimane poco diffusa, e questo fa sì che la percentuale di aderenti al di sotto dei 34 anni sia minima. E’ necessario, anche da parte delle istituzioni, un rilancio delle attività d’informazione e di educazione previdenziale.
Riforma della previdenza.
Nella legge di bilancio 2021 non ci sono onterventi per rendere più convenienti i fondi pensione, malgrado le richieste da tempo avanzate dalle parti sociali e dalla stessa Covip. Sarebbe invece auspicabile un provvedimento organico e complessivo in tema di previdenza, sia di primo sia di secondo pilastro.
Tra gli obiettivi di una riforma, ci dovrà essere la disciplina fiscale, oggi troppo limitata, inidonea a rispondere alle attuali esigenze prospettate dall’evoluzione della società in generale e del mondo del lavoro in particolare.
Positivi i rendimenti dei fondi pensione.
Tutte le categorie di fondi hanno riportato una performance positiva, con i negoziali che hanno guadagnato il 6,4%. Nel periodo da inizio 2009 a fine 2018, il rendimento medio annuo composto è risultato pari al 3,7% per i fondi negoziali, a fronte di una rivalutazione media annua composta del Tfr pari al 2%. Sull’orizzonte decennale, si confermano rendimenti positivi per tutte le tipologie di comparto, con gli azionari, i bilanciati e gli obbligazionari misti che registrano performance superiori rispetto ai garantiti e agli obbligazionari puri.

fonte: iotiassicuro.it