Ecco perché non puoi fare a meno di un fondo pensione

di Giorgia Vullo
Tra pochi mesi entrerà in vigore Quota 102 (?), la riforma delle pensioni che sostituirà Quota 100, di cui si potrà comunque ancora usufruire durante quest’anno. Tuttavia, la situazione pensionistica in Italia continua ad essere drammatica, non solo per gli under 45, che sospettano sempre di più di non arrivare mai alla tanto desiderata pensione, ma anche per coloro che pur vedendo la vetta, sono sempre più preoccupati per via della sempre maggiore incertezza.

Sempre più Italiani, scoraggiati dalla situazione pensionistica del paese, hanno deciso di affidarsi ai fondi pensionistici per garantirsi una vita post lavorativa serena.

Pensioni: Quanto costano all’Italia?
Prima di parlare di pensione, parliamo di spesa pubblica. L’Italia è tra i paesi europei che più soffre il problema dell’ingente spesa pensionistica. Nel nostro paese, infatti, gran parte della spesa pubblica annuale è destinata alle pensioni. Secondo i dati Istat due anni fa sono stati spesi 293 miliardi di euro in prestazioni pensionistiche, sia di previdenza sia di assistenza.
nsomma, l’Italia sborsa cifre esorbitanti per le pensioni, destinandogli gran parte delle proprie risorse economiche. Spesa questa, che sembra essere destinata a crescere ulteriormente nel prossimo futuro e che sta spingendo i vari governi che si sono susseguiti negli ultimi due decenni a trovare soluzioni più sostenibili.

Pensioni e benessere economico
A questo punto c’è da pensare che i nostri pensionati siano piuttosto ricchi, o comunque che se la passino bene. In effetti per una piccola parte di pensionati è davvero così, ma stiamo appunto parlando di una parte piuttosto esigua.

L’ISTAT sottolinea che la forbice di disuguaglianza tra pensionati è in costante aumento.

Secondo il Codacons nel 2019 quasi due milioni di pensionati hanno vissuto con 500 euro al mese, quindi al di sotto della soglia di povertà.
Quale futuro per i pensionati che verranno?
Nel 1996 l’Italia è passata da un sistema pensionistico retributivo, più ghiotto per i lavoratori ma più dispendioso per lo stato, a un sistema pensionistico contributivo. Se nel primo caso la pensione si calcolava in base all’ultimo stipendio ricevuto nel corso della propria vita lavorativa, adesso, con il sistema contributivo, si calcola invece in base ai contributi versati.

Sebbene, in linea teorica, questo sistema sembri più corretto, in linea pratica ci sono svariate motivazioni per cui il sistema contributivo fa acqua. Con poco meno di quattro milioni di lavoratori a cui non vengono riconosciuti i contribuiti, in Italia il lavoro in nero, anche su lunghi periodi, resta un problema reale. A questo si aggiungono anche tutti quei lavoratori messi in regola solo parzialmente, a cui vengono versati i contributi per un part-time, nonostante di fatto lavorino per un full time. Tutta questa fascia non indifferente di lavoratori è fortemente penalizzata dal sistema pensionistico contributivo.

Ma se pensate che pagare i contributi vi assicurerà la pensione vi sbagliate.
Quelle che abbiamo visto sono solo due delle molte, più ampie e complesse, questioni che mettono a serio rischio le pensioni del futuro, ma sono sufficienti a destare preoccupazione.

Nel nostro paese, da ogni parte politica, esiste una forte tendenza a guardare solo al presente, ai voti che si possono racimolare oggi, e permane una scarsissima volontà di prendere misure impopolari ma utili agli Italiani di domani.

Cosa fare, dunque, se lo Stato non è più in grado di provvedere ai futuri pensionati? Ci sono alcune soluzioni che possono rivelarsi piuttosto efficaci, ma quella più percorsa dagli Italiani è la sottoscrizione ad un fondo pensione.

Fondi pensione: Cosa sono e a cosa servono?
I fondi pensione sono strumenti di previdenza che permettono di risparmiare e assicurarsi una vita dignitosa dopo la pensione. I fondi pensione sono uno strumento di risparmio a lungo periodo utile a ottenere una sorta di pensione integrativa. I lavoratori che scelgono di aderire a un fondo versano delle somme mensili, pattuite con l’ente con il quale lo hanno sottoscritto, che a sua volta le investe in modo sicuro. Quando il titolare andrà in pensione, dunque, avrà maturato una somma maggiore di quella che ha versato, che gli sarà erogata mensilmente o in un’unica soluzione.

fonte: Trend on line