Trascurando i costi si rischia di “svalutare” i propri risparmi a causa del peso che questi possono avere, soprattutto nel lungo periodo.
L’obiettivo che si persegue aderendo a un fondo pensione è quello di costruirsi, anno dopo anno, una sicurezza economica in più per il proprio futuro pensionistico.

Per mettere a frutto al meglio i propri risparmi previdenziali è importante, al momento della scelta del prodotto, valutare bene da un lato l’orizzonte temporale che si ha a disposizione prima del pensionamento e la propria personale disponibilità a tollerare le eventuali oscillazioni della propria posizione (il cosiddetto profilo di rischio) e, dall’altro, i costi applicati dal gestore del fondo pensione.

Infatti, pur scegliendo un gestore solido e la linea di investimento più adatti, trascurando i costi si rischia di “svalutare” i propri risparmi a causa del peso che questi possono avere, soprattutto nel lungo periodo.

Le tre categorie di costi applicati dai fondi pensione
Per i non addetti ai lavori non è sempre facile individuare e confrontare i diversi costi applicati dal fondo pensione. A tal fine è fondamentale consultare la scheda dei costi presente nel documento informativo “informazioni chiave per l’aderente” la cui consegna al cliente è obbligatoria prima dell’adesione.

Nella scheda dei costi è possibile individuare tre diverse voci di costo:

di adesione: previsto solo da alcuni fondi pensione, si tratta di un costo applicato una tantum al momento dell’adesione
direttamente a carico dell’aderente: questa voce di spesa, detta anche “costo sui versamenti”, può essere applicata in percentuale su ogni versamento (ad esempio il 3% ogni versamento) oppure in cifra fissa annuale (ad esempio 10€ una volta all’anno)
indirettamente a carico dell’aderente o costo di gestione: si tratta della voce di spesa che più di tutte può pesare sul proprio risparmio previdenziale in quanto applicata in percentuale sul patrimonio complessivo che di anno in anno si sta accumulando.
Come fare un confronto complessivo delle diverse voci di costo
Ogni gestore è libero di scegliere quale combinazione delle tre le tipologie di costi sopra descritti applicare. Ci sono fondi che le applicano tutte e tre le voci mentre altri al contrario prevedono il mero costo di gestione.

Attenzione tuttavia a non farvi ingannare dalla mancanza di alcune voci di costo in quanto potrebbe capitare che un gestore, pur non applicando alcun costo di adesione o sui versamenti, per compensare questa mancanza applichi un costo di gestione molto elevato, ad esempio dell’1,90%, che pesa molto di più rispetto a un fondo che applica un costo sui versamenti di 10€ e di gestione pari allo 0,70%.

Per confrontare i costi complessivi applicati è sufficiente consultare l’Indicatore Sintetico dei Costi. Questo è stato elaborato al fine di fornire ai potenziali aderenti un’indicazione sintetica del peso dei costi applicati dal singolo prodotto.

L’ISC rispecchia una stima del costo annuo in percentuale sulla posizione maturata facendo riferimento all’ipotesi di un aderente tipo che versa 2.500€ annui al proprio fondo pensione con l’applicazione di un tasso di rendimento annuo atteso pari a 4%.

L’ISC rappresenta dunque la differenza percentuale tra il risparmio ipoteticamente atteso senza l’applicazione dei costi e quello con l’applicazione di tutti i costi effettivamente applicati dal fondo pensione.

L’indicazione degli ISC si trova in tutte le schede dei costi e per agevolarne la lettura viene normalmente riportata una tabella riassuntiva del peso dei costi sulla posizione individuale attraverso l’indicazione degli ISC nell’arco di due, cinque, dieci e trentacinque anni di permanenza al fondo pensione.

Un ISC dell’1% più elevato può fare la differenza
Gli ISC possono differire di poco tra un fondo pensione e l’altro tuttavia, anche solo una piccola percentuale di differenza può, nel lungo periodo, incidere notevolmente sul proprio risparmio previdenziale.

Infatti, come indicato dalla COVIP – autorità di vigilanza sui fondi pensione, un ISC del 2% rispetto ad uno dell’1% può ridurre il capitale accumulato dopo 35 anni di partecipazione al fondo pensione di circa il 18%.

fonte: money.it