I giovani non si iscrivono alla complementare, anche se hanno un lavoro

Su dati elaborati da Itinerari previdenziali, su 8,8 milioni di iscritti alla fine del 2021, solo il 17,8% ha meno di 35 anni, mentre il 50,3% appartiene alla fascia di età centrale (35-54 anni) e il 31,9% ha almeno 55 anni. Peraltro, dal 2017 al 2021 la percentuale della classe più giovane ha registrato una crescita modesta (0,4 punti percentuali), mentre si è assistito a un progressivo spostamento dalle classi di età centrali a favore di quelle più anziane, pari a circa 6 punti percentuali. Per questa ragione l’età media degli iscritti negli ultimi 5 anni è aumentata da 45,9 a 47 anni. Tra le diverse forme pensionistiche complementari, l’età media è più elevata per i fondi pensione preesistenti (50,7 anni), più bassa nei fondi pensione aperti (44,7 anni) e in linea con la media generale nei fondi negoziali e nei PIP.

Anche l’analisi relativa alle scelte del profilo di investimento degli aderenti restituisce un quadro diverso da quello che si potrebbe auspicare. Indipendentemente dall’età anagrafica, si osserva la prevalenza dei comparti caratterizzati da una quota azionaria bassa o addirittura nulla e, di conseguenza, da un profilo di rischio/rendimento più basso: i garantiti si confermano preminenti con il 39,5% degli iscritti.