Delusi i sindacati dall’incontro sulla riforma delle pensioni

Si è svolto a Roma il 19 gennaio 2023 l’incontro governo sindacati per aprire l’ennesimo cantiere sulla riforma delle Pensioni e l’abrogazione della legge Fornero.

Le proposte che i sindacati confederali hanno portato all’incontro sono quelle contenute nella loro piattaforma unitaria. E, dunque, oltre la necessità di modificare alcune scelte effettuate con la legge di bilancio, l’uscita flessibile a partire dai 62 anni, il riconoscimento della diversa gravosità dei lavori, la pensione di garanzia per i giovani e per chi ha carriere discontinue e povere, il riconoscimento del lavoro di cura e delle donne, il pensionamento con 41 anni di contributi senza limiti di età.

I sindacati sono andati all’incontro avendo già subito una legge di bilancio che ha dimostrato ancora una volta che la previdenza serve a far cassa. I conti li ha fatti Ezio Cigna, responsabile delle politiche previdenziali della Confederazione di corso d’Italia: “A fronte di 726,4 milioni destinati in manovra per “quota 103”, opzione donna e la proroga dell’ape sociale, sono stati sottratti: 3,5 miliardi alla rivalutazione delle pensioni (17 miliardi nel triennio), 100 milioni al fondo per il pensionamento anticipato dei lavoratori precoci (90 milioni nel 2024) e 100 milioni al fondo per i lavori usuranti (90 milioni nel 2024), più altri 200 milioni per la soppressione del fondo di accompagnamento alla pensione per i 62enni delle piccole medie imprese”.

L’incontro tra governo e sindacati sulle pensioni “non è andato bene”. Lo ha detto il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, al termine del confronto tra esecutivo e parti sociali avvenuto oggi, 19 gennaio, alla presenza, tra gli altri, della ministra del Lavoro Marina Calderone.
II governo Meloni ha dato ai sindacati Cgil, Cisl e Uil una disponibilità ad avviare dei tavoli di confronto, indicando un primo incontro l’8 febbraio su giovani e donne. Non è stato fornito nessun cronoprogramma col il rischio che la discussione si protragga fino alla prossima legge di bilancio mentre i sindacati premono perché si arrivi ad una conclusione prima che venga realizzato il Def, per capire se ci sono o no le risorse per realizzare la riforma della legge Fornero.