L’indice confronta 47 regimi previdenziali, per una copertura del 64% della popolazione mondiale.
Il Global Pension Index confronta i sistemi previdenziali di tutto il mondo mettendo in luce le lacune di ogni ordinamento e suggerendo possibili aree di riforma che assicurerebbero un trattamento pensionistico più adeguato e sostenibile. Quest’anno il Global Pension Index compara 47 modelli pensionistici a livello globale per una copertura del 64% della popolazione mondiale. L’Italia si posizione al 30°
Mercer e il CFA Institute hanno pubblicato a ottobre 2023 il 15° Mercer CFA Institute Global Pension Index (MCGPI), l’indice annuale delle pensioni. Nel 2023 il regime previdenziale dei Paesi Bassi ha riguadagnato la vetta scalzando l’Islanda che scende al secondo posto, seguita dalla Danimarca che si conferma terza.
L’età media di pensionamento a livello mondiale continua ad alzarsi, mentre l’inflazione e l’aumento dei tassi di interesse hanno generato una nuova pressione sui piani previdenziali.
Infatti molti piani pensionistici hanno realizzato consistenti perdite lo scorso anno, e sarà molto difficile ottenere buoni rendimenti negli anni a venire. Si osserva anche il crescente fenomeno di messa in discussione della globalizzazione, con il venir meno di questo importante elemento quale potente forza nel processo di contenimento dell’inflazione.
L’impatto crescente dell’IA e i vantaggi per i sottoscrittori dei piani previdenziali
Oltre a individuare i modelli previdenziali migliori a livello mondiale, il report di quest’anno esamina il potenziale dell’intelligenza artificiale (IA) per contribuire a migliorare i sistemi previdenziali e di welfare e permettere alle persone una migliore qualità di vita negli anni della pensione.
L’attuale espansione dell’IA nelle attività e decisioni dei gestori di investimenti potrebbe condurre a processi decisionali più informati ed efficienti che a loro volta potrebbero determinare un aumento del rendimento reale dell’investimento per i sottoscrittori dei piani previdenziali. L’IA può potenzialmente accrescere l’impegno dei risparmiatori e aiutarli a prendere decisioni finanziarie adeguate di lungo termine. Entrambi gli sviluppi dovrebbero migliorare le prestazioni pensionistiche.
Il report, tuttavia, chiarisce che l’IA non è priva di rischi, per esempio la modellizzazione dei problemi o le preoccupazioni di ordine etico, a cui si aggiungono la necessità di garantire una privacy ottimale dei dati e la cybersecurity. Nell’elaborazione di questi sistemi, è pertanto essenziale che i modelli di intelligenza artificiale siano disciplinati da una governance rigorosa e un sistema chiaro di responsabilità, per ridurre le distorsioni e le reazioni ingiustificate.
I dati
I Paesi Bassi realizzano il punteggio complessivo più elevato dell’indice (85.0), tallonati dall’Islanda (83.5) e dalla Danimarca (81.3). L’Argentina ottiene il punteggio più basso (42.3). L’Italia si riconferma sotto la media europea, insieme ad Austria, Polonia e Turchia.
L’indice utilizza la media ponderata dei sotto-indici di adeguatezza, sostenibilità e integrità. Per ciascuna di queste macro-categorie, i sistemi previdenziali che hanno conseguito i valori più elevati sono il Portogallo per l’adeguatezza (86.7), l’Islanda per la sostenibilità (83.8) e la Finlandia per l’integrità (90.9). L’Italia ha aumentato la sua posizione rispetto all’indice di integratà grazie probabilmente alla composizione dei cda dei fondi pensione ed alla attività della Covip.
L’indice di integrità delle pensioni è un parametro che misura la trasparenza e la governance del sistema pensionistico di un paese. Questo parametro fa parte del Global Pension Index, un’indagine che valuta i sistemi pensionistici di 47 paesi in tutto il mondo. L’indice dell’integrità rappresenta il valore più alto per l’Italia, tra i 3 sotto-incidi ¹⁴.
Per quel che concerne l’Italia, si sono evidenziati dei progressi anche per l’ adeguatezza. L’adeguatezza è la capacità di mantenere lo stesso tenore di vita anche in pensione. Il costante peggioramento del debito pubblico Italiano viene compensato da altri elementi, tra i quali la trasferibilità tra fondi pensione dei benefici maturati. In merito alla sostenibilità il Paese migliora il suo punteggio (principalmente dovuto all’aumento di persone con età superiore a 50 anni che risultano iscritte a forme pensionistiche complementari) ma rimane nella parte bassa della classifica e nello specifico al penultimo posto. Gli elementi negativi sono rappresentati da una crescita economica bassa, da un livello del debito pubblico di contro elevato, da un’alta spesa governativa per le pensioni e da un livello di adesione alla previdenza complementare ancora molto basso.
Il calo della natalità esercita pressioni su molte economie e sistemi previdenziali nel lungo termine e incide negativamente sui punteggi di sostenibilità di paesi come l’Italia e la Spagna. Alcuni regimi pensionistici asiatici invece, tra cui la Cina continentale, la Corea, Singapore e il Giappone, hanno avviato importanti riforme che hanno portato al miglioramento dei punteggi negli ultimi cinque anni.