Nella legge finanziaria 2017 sono stati stanziati 300 milioni per l’ape sociale e i lavoratori precoci. La platea prevista era di 60.000 unità cui si sarebbe fatto fronte nel corrente anno con gli euro stanziati. Come si sa, per una serie di motivi a cominciare da una interpretazione estremamente restrittiva della norma, le bocciature delle domande sono state superiori al 70%, i tre quarti della somma stanziata non sarà spesa. Che destinazione prenderanno?
C’è una forte preoccupazione che gli euro così risparmiati non vengano utilizzati per le pensioni, ma dirottati per far fronte a qualche altra esigenza. E non sarebbe la prima volta. Di fronte a questo pericolo i sindacati gridano all’ennesima beffa dopo che in questi anni sono stati fatti sparire, secondo la Uil,  6 miliardi risparmiati dal fondo lavoro usuranti, dal fondo esodati, dal contatore di opzione donna e dal fondo lavoro di cura. È quindi urgente un intervento legislativo volto a mantenere questi 300 milioni di euro per la finalità alle quali sono state destinate. Questo permetterebbe anche di ampliare la platea degli aventi diritto dando una risposta a decine di migliaia di lavoratori.
Il Governo non può continuare a dire che non ci sono le risorse per le pensioni quando quelle stanziate e non utilizzate vengono sistematicamente destinate ad altre poste di bilancio.