Giustamente IPE Pensions ha definito la Iorp 2 la rivoluzione che ha ridisegnato la previdenza complementare in Europa

La IORP II, che ha  riformato la legislazione sui fondi pensione dell’Unione europea, è entrata in vigore il 13 gennaio dello scorso 2019 aggiungendo  43 nuovi articoli alla direttiva IORP originale e focalizzato la propria attenzione sugli standard della governance e della comunicazione.
Gli EPAP, enti pensionistici aziendali o professionali, IORP in inglese, devono investire secondo i principi della persona prudente, migliorare le loro funzioni interne di gestione dei rischi e mettere a disposizione degli iscritti  più dati e informazioni.
La Commissione europea ha dichiarato che da questo mese che “esaminerà attentamente” in che modo ciascuno Stato membro ha attuato la direttiva “per assicurarsi che siano pienamente in grado di funzionare secondo i nuovi standard stabiliti dall’UE”.
La direttiva  ha avuto un iter complicato. Inizialmente si voleva  introdurre un “bilancio olistico“, che avrebbe introdotto un quadro uniforme di solvibilità per i sistemi pensionistici integrativi  in tutta l’UE. Ma ha avuto l’opposizione di molti Stati  fra cui i Paesi Bassi, Regno Unito e Germania, e non è mai stato inserito nel testo finale del 2017. L’aggettivo “olistico” deriva dal greco  “olos” cioè “tutto, intero, totale” e si riferisce alla teoria dell’olismo, paradigma filosofico secondo cui le proprietà di un dato sistema non possono essere determinate dalla somma delle sue componenti, bensì è il sistema in generale che determina il comportamento delle parti. Detto più semplicemente, il tutto non è riducibile alla somma delle parti perchè è più della somma di queste.
Tuttavia, l’iniziativa dell’anno scorso sul finanziamento sostenibile dell’UE , ha riacceso i timori che si sarebbe cercato di armonizzare le regole pensionistiche a scapito dei fondi pensione. Infatti la Commissione europea ha tentato di introdurre la cosiddetta legislazione sugli “atti delegati” che avrebbe conferito all’UE più potere in questo settore dei fondi.
Il Parlamento europeo, composto da deputati eletti, ha appoggiato l’idea, ma il Consiglio dell’UE, in rappresentanza dei governi nazionali, non lo ha fatto.
La direttiva è stata sottoposta ad uno “stress test” e il 17 dicembre 2019  a Francoforte, l’Autorità europea delle assicurazioni e delle pensioni aziendali e professionali (EIOPA) ha pubblicato i risultati del test di stress degli EPAP. Si tratta di un esercizio biennale cruciale per valutare la resilienza e le potenziali vulnerabilità del settore pensionistico europeo sia dei fondi a benefici definiti (DB) che quelli a contributi definiti (DC), adattato alle specificità dei diversi settori pensionistici europei e al potenziale impatto sulla stabilità finanziaria. Per la prima volta, lo stress test europeo ha riguardato l’analisi dei fattori ambientali, sociali e di governance (ESG).
Nell’esercizio del 2019, l’EIOPA ha applicato uno scenario di mercato avverso, caratterizzato da
un’improvvisa rivalutazione dei premi di rischio e shock sui tassi di interesse a breve, con conseguente aumento dei rendimenti e ampliamento degli spread creditizi. Quella
dello scenario di mercato avverso è stato applicato al bilancio “di base” di fine 2018 su
un campione rappresentativo di Enti pensionistici aziendali e professionali dello Spazio economico europeo (SEE).
Nella linea di base, questi EPAP sono risultati  sottofinanziati per un  totale da 41 miliardi di euro, equivalenti al 4% delle loro passività, secondo la metodologia comune.
Lo scenario di mercato sfavorevole avrebbe comportato carenze aggregate di
180 miliardi di euro secondo le metodologie utilizzante nei vari Paesi membri  che salivano a 216 miliardi di euro utilizzando invece la metodologia dello stress test. In base a ciò si sarebbero  innescate delle riduzioni complessive delle prestazioni di 173 miliardi di euro e i fondi avrebbero dovuto  sopportare  un sostegno finanziario non previsto per 49 miliardi di euro. Nell’esercizio 2019, l’EIOPA ha utilizzato un’analisi estesa del flusso di cassa, che ha fornito importanti risultati in termini di tempistica: la situazione finanziaria degli EPAP sarebbe stata pesantemente colpita nel breve periodo, portando a notevoli tensioni sui Fondi entro pochi anni con conseguente peggioramento nel lungo periodo  sul reddito pensionistico dei membri e dei beneficiari se gli effetti a breve termine dovessero diventare permanenti.
Nella valutazione congiunta dei potenziali comportamenti di investimento degli EPAP dopo lo stress test, l’EIOPA ha rilevato una tendenza a riequilibrare l’allocazioni degli investimenti entro 12 mesi dallo shock.
In totale, 19 paesi, che coprono oltre il 60% dei fondi a prestazione definita a livello nazionale e il 50% dei settori a contribuzione definita hanno partecipato al test. Hanno partecipato in totale 176 Fondi pensione, di cui 99 DB e 77 DC.

La maggior parte dei Fondi campionati  ha dichiarato di aver preso le misure appropriate per
Inserire i fattori di sostenibilità e i rischi  per le loro decisioni di investimento, che sono molto
importanti per un’efficace attuazione della direttiva IORP II, ma in concreto il 30% di essi lo hanno fatto mentre  il 19% degli EPAP nel campione valutano seriamente l’impatto dei fattori ESG sul rischio degli investimenti.
Comparando le informazioni sugli investimenti degli EPAP con quelli di Eurostat
le statistiche sulle emissioni di gas e dell’ effetto serra per settore economico, queste  indicano un livello relativamente elevato di investimenti in settori non ESG.
L’EIOPA seguirà i risultati e analizzerà più approfonditamente le tendenze degli investimenti, in particolare per verificare la  persistente attitudine molto bassa o negativa
per quelli ambientali. Per fare ciò, l’EIOPA utilizzerà un nuovo sistema di rendicontazione delle pensioni dal 2020, mentre per il futuro, intende migliorarne ulteriormente il set di strumenti analitici da utilizzare per le  prove dello stress, perché il monitoraggio delle Autorità di vigilanza  dovrà essere in grado di rilevare le tendenze sfavorevoli di mercato e  gli sviluppi che possono avere effetti negativi a lungo termine.

Camillo Linguella