Durante l’incontro odierno tra il premier Mario Draghi e i sindacati è emerso che il governo ha deciso di anticipare l’indicizzazione per la rivalutazione delle pensioni prevista per gennaio 2023 al secondo semestre del 2022.

La rivalutazione delle pensioni adottata dal governo Prodi nella manovra finanziaria del 1996, e ripristinata da quest’anno, se non sarà nuovamente cambiata o bloccata, prevede una rivalutazione per “scaglioni” del 100% fino a 4 volte l’importo minimo Inps (2.097 a valori 2022), al 90% sulla quota da 4 a 5 volte il minimo (tra 2.097 e 2.622 euro) e al 75% sulla quota di pensione sopra tale ultimo importo.