Il governo inserirà nella legge di Bilancio 2017 un pacchetto leggero, non superiore ai 2 miliardi, per rendere più flessibile l’uscita dal lavoro, stemperando le rigidità della riforma Fornero.
Il decisivo incontro con i sindacati, previsto per oggi, è slittato al 28 settembre, dopo il consiglio dei ministri che approverà le nuove stime del Def.
Di seguito le misure chiave:
* APE: Anticipo pensionistico. L’intervento è sperimentale per due anni a partire dal 2017. I lavoratori (privati, pubblici, partite Iva) potranno andare in pensione, su base volontaria, con un anticipo di 3 anni e 7 mesi (a partire quindi da 63 anni) ricevendo un prestito dalla banca che poi sarà restituito in 20 anni. Le assicurazioni dovranno garantire i rimborsi in caso di decesso.
Tre le tipologie:
– Lo Stato coprirà, attraverso detrazioni fiscali, i costi dell’anticipo per i disoccupati di lungo corso con una pensione di 1.500 euro lordi mensili. I sindacati vorrebbero alzare il tetto a 1.650 per comprendere anche operai edili, infermieri e maestri d’asilo, che svolgono mansioni faticose sebbene non qualificate come usuranti. Anticipo gratuito anche per chi assiste familiari disabili. E’ la cosiddetta Ape sociale e dovrebbe costare non oltre 600 milioni.
– Chi invece deciderà di uscire prima per sua volontà dovrà pagare alla banca intorno al 5-6% annuo. A questo bisogna aggiungere gli interessi e l’assicurazione. Secondo i sindacati, il costo per alcuni lavoratori potrebbe sfiorare anche il 25%.
– La copertura spetterà invece alle aziende nel caso di pensionamenti anticipati per ristrutturazioni.
La platea interessata sarebbe, nel primo anno, di circa 350.000 lavoratori.
* RITA: Rendita integrativa temporanea anticipata. Accanto o in alternativa all’Ape, i lavoratori iscritti a un fondo pensione potranno chiedere un anticipo dell’assegno con una tassazione del 15%. Per potere beneficiare del Rita bisognerà avere gli stessi requisiti previsti per l’Ape.
Secondo Il Sole-24Ore gli iscritti ai fondi di lungo corso potranno godere di una tassazione agevolata che può scendere fino al 9%. Oggi l’anticipo della rendita è generalmente tassato al 23%.
* USURANTI E PRECOCI
Sarà previsto un alleggerimento dei requisiti pensionistici per i lavoratori impiegati in attività usuranti (notturne o particolarmente pesanti).
Da definire ancora l’anticipo per i lavoratori precoci (che hanno iniziato a lavorare prima dei 18 anni). I sindacati vorrebbero che fosse garantita la pensione a tutti con 41 anni di contributi secchi. Per il governo l’ipotesi è onerosa e pensa a limitare l’anticipo a 41 anni e 10 mesi, e solo per chi ha iniziato a lavorare prima dei 16 anni.

QUATTORDICESIMA. Il governo punta a estendere (“di circa 40-50 euro al mese”, secondo il premier Matteo Renzi) l’importo della quattordicesima per i pensionati e la platea di chi la riceve estendendola dagli attuali 750 euro mensili a 1.000.
Attualmente, i pensionati con più di 64 anni che hanno un reddito inferiore a 9.786,86 euro lordi (1,5 volte il minimo), cioè una pensione non superiore a circa 750 euro al mese, ricevono ogni anno a luglio un ‘bonus’ (la quattordicesima) tra 336 e 504 euro in base agli anni di contributi.
* RICONGIUNZIONI. Saranno gratuite le ricongiunzioni dei contributi per i lavoratori con carriere ‘mobili’, che oggi sono invece onerose. La misura riguarda chi, nella sua carriera lavorativa, si trovi ad esempio a passare tra pubblico e privato o da gestioni pensionistiche differenti.
* NO TAX AREA. La fascia di reddito entro la quale i pensionati saranno esonerati dal pagamento delle tasse sarà per tutti di 8.000 euro annui, la stessa dei lavoratori dipendenti, e senza distinzione tra over e under 75 anni.
Fonte: Reuters.com