L’accordo sulle pensioni sottoscritto lo scorso mese di settembre fa tra i sindacati nazionali e il governo potrebbe rappresentare una risposta concreta ai 1700 lavoratori edili ultrasessantenni e dei circa tremila rimasti senza lavoro e senza pensione in Sardegna,. I sindacati di categoria sardi Fillea Cgil, Filca Cisl e Feneal Uil sottolineano positivamente: “Finalmente viene riconosciuto che i lavori non sono tutti uguali” e che “lavorare in edilizia è usurante e rischioso e occorre pertanto velocizzare la definizione e approvazione di una legge che consenta finalmente di superare le ingiustizie determinate dalla legge Fornero”.
Basta pensare al numero degli infortuni sul lavoro, che coinvolge per il 50 per cento proprio gli ultrasessantacinquenni, per capire quanto sia assurdo e irresponsabile costringere chi ha 64, 65 anni a lavorare su un ponteggio: E’ stata una scelta sbagliata e la firma dell’accordo, dopo mesi di trattative, finalmente rappresenta un primo passo avanti da parte del governo, ora si tratta proseguire nella trattativa migliorando alcune questioni controverse, definire i nuovi criteri nel dettaglio e arrivare a concretizzare le misure per consentire alle persone di andare in pensione”.
In effetti si aspetta concretamente il varo dell’ Ape social: Essa rappresenterebbe la possibilità di avere la pensione ora  di quasi cinquemila ultrasessantenni sardi”. Gli addetti all’edilizia hanno pagato negli anni recenti un tributo altissimo e subito pesanti sacrifici per effetto della crisi che ha travolto il settore: oggi i lavoratori sardi dell’edilizia sono circa 26 mila, prima erano quasi il doppio. Dal 2008 in poi sono stati cancellati 28 mila occupati.