Meglio puntare sul riscatto della laurea o investire in un fondo pensione. Per saperne di più, idealista/news lo ha chiesto ad Antonello Orlando, esperto in diritto previdenziale.
Nell’ultimo periodo, infatti, si sta parlando molto della possibilità di riscattare in maniera agevolata la laurea per aumentare gli anni di contributi e l’assegno pensionistico. Ma non sempre è l’opzione migliore, a seconda dei casi può essere più conveniente aprire un fondo pensione integrativo.
Antonello Orlando,  consulente del Lavoro e responsabile del Dipartimento di Diritto Pensionistico dello studio Nevio Bianchi di Roma, spiega a idealista/news tutto quello che c’è da sapere.
Ultimamente si sta parlando molto di riscatto della laurea in ambito previdenziale, può spiegarci di cosa si tratta e come funziona?
“Il riscatto di laurea era già presente nel panorama degli strumenti previdenziali, ma il legislatore, da fine gennaio, un’alternativa a costo forfettario. Se infatti il riscatto ordinariamente per chi è nel sistema di calcolo pensionistico contributivo aveva un costo pari a circa un terzo dell’ultima retribuzione lorda, il riscatto agevolato prevede che chi abbia meno di 45 anni può richiederlo a un prezzo fisso che per il 2019 corrisponde a circa 5240 euro per ogni anno di studio.
Possono essere riscattati solo gli anni di laurea o PhD non coperti da contributi e questi dovranno collocarsi dal 1996. Sarà inoltre possibile rateizzare la spesa in un massimo di 10 anni senza interessi. Ma attenzione, pagando di meno, visto che siamo nel metodo contributivo, questo incrementerà di meno la pensione futura”.
Ha senso parlare di “convenienza” per il riscatto della laurea in termini assoluti, o la situazione può cambiare molto da caso a caso?
“Dipende da caso a caso. Sicuramente conviene a chi ha alte retribuzioni e può approfittare maggiormente dal risparmio fiscale che viene dalla deducibilità fiscale. Qualora fossimo nel caso di inoccupati che non abbiano mai lavorato, una norma del 2007 consente ai genitori o a chi ha in carico il laureato di sostenere l’onere e portarselo in detrazione al 19%. Così, anche per il riscatto agevolato per gli under 45, il vantaggio sarà quanto più alto, quanto più alta sarà la retribuzione del lavoratore, di modo che massimizzi il vantaggio fiscale”.
Quali sono i “pro” del riscatto della laurea?
“Credo il riscatto della laurea non solo sia un investimento in alcuni casi interessante e conveniente, anche se in forma agevolata, ma soprattutto un pretesto per riflettere sul ruolo della previdenza e di quello che ci aspetta dopo il lavoro. Forse, visti i desideri di poterci dedicare a quello che più ci piace una volta chiusa l’esperienza di lavoro, conviene costruire il futuro previdenziale bene fin dall’inizio, senza aspettare l’ultimo momento”.
fonte: idealista