Audizione della Covip alla Commissione Bicamerale di vigilanza sulla previdenza e assistenza.
Il 20 ottobre 2020 il presidente dell’Autorità di Vigilanza sulle forme di previdenza complementare e investimenti della Casse pensione professionali è stato ascoltato dalla apposita Commissione bicamerale. Dall’audizione è emerso che, nel quadro del complessivo sistema previdenziale italiano, cui partecipano sia soggetti pubblici che privati, i fondi pensione e le casse di previdenza svolgono funzioni essenziali: gli uni integrando, le altre sostituendo (prevalentemente) l’Assicurazione Generale Obbligatoria (AGO). La rilevante finalità sociale in capo a tali forme previdenziali richiede che lo Stato eserciti nei loro confronti un ruolo cruciale di garanzia affinché i singoli enti e il sistema nel suo complesso operino in modo efficace ed efficiente, nell’interesse degli iscritti. A tale specifica funzione è preordinata l’attività della COVIP. Il complessivo risparmio previdenziale sul quale l’Autorità è chiamata a svolgere il proprio ruolo di vigilanza supera i 280 miliardi di euro e riguarda oltre dieci milioni di soggetti tra iscritti e pensionati. Più precisamente, per quanto attiene alla previdenza complementare, ai 380 fondi pensione in operatività (tra fondi negoziali, fondi preesistenti, fondi aperti e piani individuali pensionistici – PIP) fanno capo oltre 8 milioni di iscritti per un patrimonio complessivo di circa 185 miliardi di euro. Le 20 casse di previdenza dispongono di quasi 100 miliardi di euro di patrimonio, a fronte di oltre 2 milioni di iscritti.
Con riguardo alle casse professionali, invece, l’azione della COVIP si inserisce in un più articolato sistema di vigilanza che coinvolge altre Istituzioni. In tale ambito, la funzione esercitata dall’Autorità è volta a rafforzare la specifica azione di controllo sulla gestione finanziaria degli enti e sulla relativa composizione dei patrimoni, in considerazione delle competenze tecniche specialistiche maturate nella vigilanza sul risparmio previdenziale privato.
Le casse di previdenza possono svolgere un’azione importante per la crescita dell’economia e lo sviluppo dei mercati finanziari, contribuendo ad affrontare i problemi che un’economia, come quella italiana, pone anche in relazione al suo tessuto industriale e al suo mercato dei capitali, ovviamente avendo sempre riguardo, come pietra angolare del proprio operato, all’interesse degli iscritti in una prospettiva di carattere previdenziale.
Alla fine del 2019, le attività complessivamente detenute dalle casse di previdenza ammontano, a valori di mercato, a 96 miliardi di euro, in aumento di 9 miliardi di euro rispetto all’anno precedente (10,3 per cento). Dal 2011 al 2019 tali attività sono cresciute complessivamente di 40,3 miliardi di euro, pari al 72,3 per cento.
La composizione delle attività detenute continua a caratterizzarsi per la cospicua presenza di investimenti immobiliari, che nel complesso (cespiti di proprietà, fondi immobiliari e partecipazioni in società immobiliari controllate dalle casse di previdenza) si attestano a 20 miliardi di euro (corrispondenti al 20,8 per cento del totale). Nel quinquennio 2015-2019 l’incidenza di tale componente è comunque diminuita di 3,7 punti percentuali. Va peraltro osservato che in sei casse la componente immobiliare supera il 30 per cento delle attività. Gli investimenti delle casse professionali nell’economia italiana, ossia in immobili e in titoli domestici, ammontano a 34,8 miliardi di euro (36,3 per cento delle attività totali), mentre gli investimenti non domestici si attestano a 46,1 miliardi di euro (48 per cento delle attività totali). La residua quota del 15,7 per cento delle attività totali è costituita essenzialmente da liquidità e da crediti contributivi. Volendo raffrontare tali dati con quelli relativi agli investimenti dei fondi pensione nell’economia italiana, si osserva che gli investimenti domestici dei fondi si attestano a 40,3 miliardi di euro, corrispondenti al 26,8 per cento dell’ANDP (attivo netto destinato alle prestazioni, pari a 150 miliardi di euro, valore calcolato escludendo i PIP “vecchi”, i fondi preesistenti interni e le riserve matematiche presso imprese di assicurazione). Tra gli investimenti domestici dei fondi pensione, i titoli di Stato sono predominanti: 30,9 miliardi di euro, il 20,6 per cento dell’attivo netto.