Le dichiarazioni rese dagli italiani nel 2022 restituiscono la fotografia di un Paese in difficoltà, nel quale la gran parte dell’IRPEF (il 62,52%) è a carico dei pochi con redditi sopra i 35mila euro (il 13,94%). Eppure, basterebbe guardare a consumi e stili di vita per capire che i conti non tornano davvero…
A leggere le dichiarazioni dei redditi degli italiani del 2022, elaborate dal MEF, possiamo definirci un Paese di “poveri benestanti”.
Un Paese dove: il 23,75% dei contribuenti dichiara redditi da negativi a 7.500 euro lordi l’anno e paga un’imposta media di 16 euro l’anno grazie al TIR, il Trattamento Integrativo dei Redditi (l’ex bonus Renzi maggiorato); il successivo 18,84% di cittadini, che dichiara tra 7.500 e 15.000, paga un’IRPEF media di 250 euro sempre grazie alle agevolazioni. In totale, il 42,6% dei cittadini – che, considerando le persone a carico, sono 25,23 milioni – paga solo l’1,73% dell’IRPEF, che ammonta in totale a 175,4 miliardi. C’è poi il successivo 13,5% che dichiara redditi tra 15 e 20mila euro, paga il 5,65% dell’IRPEF e un’imposta media di 1.271 euro. Quindi, il 56% della popolazione paga a mala pena l’8% dell’IRPEF e di conseguenza, si suppone, ancor meno per le altre imposte, comprese quelle indirette. La successiva fascia di reddito da 20.001 a 29.000 euro comprende 9.169.315 contribuenti (il 22,1% del totale): questi contribuenti pagano un’imposta media annua di 3.506 euro, che si riduce a 2.456 euro per singolo abitante, e versano in totale 32,15 miliardi, pari al 18,35% delle imposte (era il 19,37% nel 2020).
Insomma, un Paese del G8 che per il 60% degli abitanti vive con meno di mille euro lordi al mese. Giusto per comprendere la gravità della situazione occorre specificare che la spesa sanitaria nazionale nel 2021 è stata pari a circa 127 miliardi per un pro-capite di 2.144 euro; quindi, per questi primi 3 scaglioni di reddito, la differenza tra l’IRPEF versata e il solo costo della sanità ammonta a 57,814 miliardi che sono a carico degli altri contribuenti. E qui parliamo appunto della sola sanità, senza considerare tutti gli altri servizi forniti dallo Stato e dagli enti locali di cui pure beneficiano, e che qualche altro contribuente si dovrà accollare.
Ma poi ci sono altri dati che invece descrivono gli italiani tutt’altro che poveri: ad esempio, quelli della relazione del Libro Blu dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli che stima la spesa per il gioco d’azzardo nel 2022 a oltre 136 miliardi di euro: un record di tutti i tempi per le italiche giocate (erano 111,7 miliardi nel 2021) a cui occorre aggiungere almeno altri 20 miliardi per il gioco irregolare che, secondo le inchieste giudiziarie, dà beneficio soprattutto alle mafie che gestiscono gran parte del settore legale e illegale. S Inoltre, il 97,5% degli italiani (dato in continuo aumento) possiede almeno uno smartphone sicché, escludendo neonati, bimbi e persone particolarmente anziane, la quasi totalità della popolazione ha almeno un telefonino (ma molti 2 o più), mentre 50,8 milioni (86%) utilizzano regolarmente internet e le persone attive sulle piattaforme social sono oltre 43 milioni (+5,4%), con il 75% della popolazione che ha almeno un computer o un laptop. Il dispositivo digitale che ha registrato la crescita maggiore in termini di diffusione è lo smartwatch, con un aumento del 18% su base annua, il che vuol dire che ormai un terzo della popolazione ne indossa uno. Nel frattempo, il mercato dei device per rendere la propria abitazione “intelligente”, cioè gli smart home device (luci, tapparelle, citofono, sistemi di allarme, elettrodomestici…) vede una spesa media pro capite di circa 290 euro l’anno.
Si potrebbe proseguire con il possesso di animali da compagnia, la chirurgia estetica, così che appare più che giustificato definire quella italiana una popolazione di poveri benestanti.
Ma torniamo alle dichiarazione dei redditi: i titolari di redditi fino a 29mila euro sono il 77,84 degli italiani e pagano il 25,74% di tutta l’IRPEF, insufficiente a pagarsi le prime tre funzioni di welfare (sanità, assistenza sociale e istruzione); sopra i 300mila euro di reddito dichiarato troviamo solo lo 0,12% dei contribuenti, cioè solo 48.212 soggetti ma che pagano il 6,98% dell’IRPEF complessiva. Includendo anche i redditi dai 35mila ai 55mila euro lordi, risulta che il 13,94% paga il 62,52% di tutta l’IRPEF. Esaminando altri dati concludiamo che il 25,69% degli italiani paga il 70,74% di tutta l’IRPEF.
Prima considerazione: visti i consumi, spesso superflui, siamo in presenza di un’evasione di massa, altro che grandi evasori. Seconda osservazione: sarà complicato continuare a finanziare nei prossimi anni il nostro welfare se sono così pochi quelli che danno e così tanti quelli che prendono. Altro che portare le pensioni a mille euro al mese! Falliremmo dopo pochi anni…
Alberto Brambilla, Presidente Centro Studi e Ricerche Itinerari Previdenziali
fonte: itinerariprevidenziali.it